HABITAT
Il branzino vive nelle acque temperate del Mediterraneo, Mar Nero e Atlantico orientale generalmente in acque costiere ed eccezionalmente fino ad un centinaio di metri di profondità.
Ben tollerante ai cambiamenti di salinità è in grado di risalire i fiumi per parecchi chilometri in cerca delle proprie prede.
DESCRIZIONE
Questa specie è caratterizzata da un corpo affusolato e lungo, compresso e con un peduncolo caudale piuttosto alto. La testa è robusta e la bocca,molto ampia, è ricca di denti aguzzi che permettono al branzino di catturare e ingoiare prede di grandezza superiore al 45% del proprio corpo. La livrea del dorso è scuro, i fianchi sono di color argento e il ventre biancastro, mentre gli avanotti hanno il dorso e i fianchi ricoperti di punti neri, caratteristica che permane per diversi mesi dopo la nascita e che può farla confondere con la spigola macchiata.
Le dimensioni medie si aggirano intorno ai 45-60 cm, ma un individuo adulto può raggiungere e superare il metro e mezzo di lunghezza e i 15 kg di peso.
PESCA
La spigola è una delle prede più ambite per il pescatore sportivo, viene insidiata con tutte le tecniche sia nelle acque dolci che salmastre ed, ovviamente, in mare. Le esche preferite sono i vermi, i pesci sia vivi che morti (particolarmente apprezzata, anche se vietata dalla legge, la piccola anguilla), i gamberetti e vari tipi di esca artificiale come i cucchiaini o i minnow. La pesca professionale a questa specie ha un grande interesse economico e viene esercitata soprattutto con palamiti e reti da posta.
tutto sulla pesca : tecniche, info, segreti, consigli, suggerimenti e novità. argomenti su pesci, canne da pesca, strumenti , esche e attrezzature.
martedì 7 agosto 2012
lunedì 6 agosto 2012
BARBO
HABITAT
Alcuni anni fa si pensava che questa specie vivesse si in europa ma anche in Asia e Africa. Ora, dopo accurati studi, il genere è stato differenziato e si può affermare che nessun esemplare viva più ad est del mar Caspio e a sud del deserto del Sahara.
DESCRIZIONE
Questa specie ha un corpo allungato, un ventre apppattito e il dorso convesso. La bocca è in posizione ventrale ed ha 4 barbigli. Le labbra sono carnose e il labbro inferiore è modificato e spesso porta un lobo rivolto indietro. Sfortunatamente tutti questi caratteri compaiono solo una volta raggiunta l'età adulta, riconoscere un esemplare giovanile, specie in ambienti dove siano state introdotte molte specie alloctone, può essere impossibile. La livrea cambia con l'età, i giovanili sono di solito uniformemente coperti di macchiette scure. Le dimensioni, in alcune specie extraeuropee, possono raggiungere oltre 10 kg.
Alcuni anni fa si pensava che questa specie vivesse si in europa ma anche in Asia e Africa. Ora, dopo accurati studi, il genere è stato differenziato e si può affermare che nessun esemplare viva più ad est del mar Caspio e a sud del deserto del Sahara.
DESCRIZIONE
Questa specie ha un corpo allungato, un ventre apppattito e il dorso convesso. La bocca è in posizione ventrale ed ha 4 barbigli. Le labbra sono carnose e il labbro inferiore è modificato e spesso porta un lobo rivolto indietro. Sfortunatamente tutti questi caratteri compaiono solo una volta raggiunta l'età adulta, riconoscere un esemplare giovanile, specie in ambienti dove siano state introdotte molte specie alloctone, può essere impossibile. La livrea cambia con l'età, i giovanili sono di solito uniformemente coperti di macchiette scure. Le dimensioni, in alcune specie extraeuropee, possono raggiungere oltre 10 kg.
venerdì 3 agosto 2012
FIUME PO
Il Po è un fiume dell'Italia settentrionale. La sua lunghezza, 652 km, è il fiume più lungo d'italia , quello con il bacino più esteso (circa 71.000 km²) e anche quello con la massima portata alla foce.
Ha origine in Piemonte, bagna quattro capoluoghi di provincia e segna per lunghi tratti il confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna, nonché tra quest’ultima e il Veneto, prima di sfociare nel mare Adriatico.
La fauna ittica presente nel fiume è:
Siluro ,Pesce gatto maculato, pesce gatto ,Lucioperca o Sandra , Acerina,Persico sole, Persico trota, Aspio, Carassio,Gardon, Blicca, Barbo danubiano,Pseudorasbora o Cebacek,Rodeo,Carpa erbivora o Amur,Carpa testa grossa o Temolo russo,Gambusia,Trota iridea
Ha origine in Piemonte, bagna quattro capoluoghi di provincia e segna per lunghi tratti il confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna, nonché tra quest’ultima e il Veneto, prima di sfociare nel mare Adriatico.
La fauna ittica presente nel fiume è:
Siluro ,Pesce gatto maculato, pesce gatto ,Lucioperca o Sandra , Acerina,Persico sole, Persico trota, Aspio, Carassio,Gardon, Blicca, Barbo danubiano,Pseudorasbora o Cebacek,Rodeo,Carpa erbivora o Amur,Carpa testa grossa o Temolo russo,Gambusia,Trota iridea
FIUME BREMBO
Il fiume Brembo (Brèmp) è un corso d'acqua di 74 km della Lombardia; è un affluente di sinistra dell'Adda che scorre completamente nel territorio della Provincia di Bergamo.La fauna ittica è costituita da: Vaironi , Barbi , Sanguinerole ,Trote Fario ,Trote Iride ,Trote marmorate.
FIUME SERIO
Il Serio (Sère) è un fiume che scorre interamente in Lombardia e attraversa le province di Bergamo e Cremona. Nasce dal Monte Torena e scende verso la pianura formando la valle Seriana. Complessivamente è lungo 124 km e si getta nell'Adda in località Bocca Serio, a sud di Montodine.
Questo fiume è ottimo per pescare. Si possono pescare:Vaironi,Trote Fario,Trote Iride,Trote marmorate,Salmerino di fonte (piuttosto raro), Salmerino alpino,Temolo ,Carassio, Barbo, Sanguinerola.
Questo fiume è ottimo per pescare. Si possono pescare:Vaironi,Trote Fario,Trote Iride,Trote marmorate,Salmerino di fonte (piuttosto raro), Salmerino alpino,Temolo ,Carassio, Barbo, Sanguinerola.
ROVELLA
HABITAT
È una specie autoctona dell’area dell'Arno e del Tevere. Si è diffusa in tutto il versante peninsulare tirrenico ed è stata introdotta in alcuni fiumi e laghi del versante adriatico e in Sicilia nonché in alcune acque della Pianura Padana .
Predilige acque con una leggera corrente e ricche di piante acquatiche. Vive anche nei laghi e in torrenti a fondo sabbioso e ghiaioso mentre è rara negli stagni.
DESCRIZIONE
La rovella è allungata, snella. La forma è quella tipica dei Ciprinidi fluviali. La colorazione è bruno-gialla: ogni scaglia è orlata di bruno. Le pinne sono sfumate di rosso. La sua lunghezza massima raggiunge i 20 cm per 200 grammi di peso.
PESCA
È abbastanza conosciuto dai pescatori come pesce da gara, ma poco apprezzate risultano le sue carni, buone ma liscosissime e poco consistenti. Viene spesso confuso e scambiato per altri pesciolini suoi simili (alborella, triotto, scardola).
È una specie autoctona dell’area dell'Arno e del Tevere. Si è diffusa in tutto il versante peninsulare tirrenico ed è stata introdotta in alcuni fiumi e laghi del versante adriatico e in Sicilia nonché in alcune acque della Pianura Padana .
Predilige acque con una leggera corrente e ricche di piante acquatiche. Vive anche nei laghi e in torrenti a fondo sabbioso e ghiaioso mentre è rara negli stagni.
DESCRIZIONE
La rovella è allungata, snella. La forma è quella tipica dei Ciprinidi fluviali. La colorazione è bruno-gialla: ogni scaglia è orlata di bruno. Le pinne sono sfumate di rosso. La sua lunghezza massima raggiunge i 20 cm per 200 grammi di peso.
PESCA
È abbastanza conosciuto dai pescatori come pesce da gara, ma poco apprezzate risultano le sue carni, buone ma liscosissime e poco consistenti. Viene spesso confuso e scambiato per altri pesciolini suoi simili (alborella, triotto, scardola).
PESCA A FONDO
Il requisito essenziale comune a tutta l'attrezzatura è la robustezza di ogni suo componente, necessaria per catturare avversari di taglia quasi sempre notevole. Nell'acquisto della canna si devono privilegiare la resistenza e l'azione di punta, scegliendo un attrezzo di misura compresa tra i 3,5 e i 4,5 metri, capace di lanciare zavorre che possono variare dai 30 ai 150 grammi. Un buon accorgimento è quello di utilizzare cimini di colorazione vivace, per meglio percepire l'abboccata del pesce dai movimenti del vettino della canna. Il mulinello dovrà avere una buona capienza di bobina, con una frizione progressiva, ben regolabile e in grado di assorbire le sollecitazioni di prede anche di grossa mole. Di solito si utilizzano piombi con grammature che possono variare dai 10 ai 30 grammi in acque ferme o con poca corrente, mentre in acque veloci è meglio usare piombi da 50-80 grammi; gli ami, invece, hanno misure dal n.8 al n.10 per inneschi come il granoturco (mais) e dal n.4 al n.8 per lombrichi e esche simili. Il filo è di solito di un diametro compreso tra 0.18 e 0.40.
Le esche principali sono: il lombrico, il mais, la polenta e il bigattino.
Le esche principali sono: il lombrico, il mais, la polenta e il bigattino.
GARDON
HABITAT
La specie è autoctona dell'intera Europa eccetto la Penisola Iberica, l'intera Italia, la Grecia e l'Irlanda. È stato però introdotto in moltissimi paesi tra cui l'Italia settentrionale (bacino del fiume Po) e centrale. Vive in acque ferme o con poca corrente, ricche di piante acquatiche, anche fangose. Alcune popolazioni delle zone del Mar Baltico e del Mar Nero sono migratrici anadrome.
DESCRIZIONE
Assai simile alla Rovella ma: corpo appiattito lateralmente, dorso molto arcuato, pinne di colore rosso acceso , iride di colore rossastro. Le dimensioni massime sono di 50 cm per 1,8 kg di peso ma usualmente assai inferiori.
PESCA
Apprezzato come pesce da gara, in genere catturato con la tecnica della passata. Le carni sono apprezzate principalmente nelle regioni orientali d'Europa nonostante la grande quantità di lische.
La specie è autoctona dell'intera Europa eccetto la Penisola Iberica, l'intera Italia, la Grecia e l'Irlanda. È stato però introdotto in moltissimi paesi tra cui l'Italia settentrionale (bacino del fiume Po) e centrale. Vive in acque ferme o con poca corrente, ricche di piante acquatiche, anche fangose. Alcune popolazioni delle zone del Mar Baltico e del Mar Nero sono migratrici anadrome.
DESCRIZIONE
Assai simile alla Rovella ma: corpo appiattito lateralmente, dorso molto arcuato, pinne di colore rosso acceso , iride di colore rossastro. Le dimensioni massime sono di 50 cm per 1,8 kg di peso ma usualmente assai inferiori.
PESCA
Apprezzato come pesce da gara, in genere catturato con la tecnica della passata. Le carni sono apprezzate principalmente nelle regioni orientali d'Europa nonostante la grande quantità di lische.
PERSICO SOLE
HABITAT
È stato importato dagli Stati Uniti con largo successo in Italia a partire dal 1887, inserendosi così bene da diventare infestante in molte aree. La sua presenza è ormai generalizzata, è comunissimo,nei fiumi Po, Tevere e Arno così come nei grandi laghi come il lago Trasimeno dove ha popolazioni abbondantissime (è comunque presente in molti altri corsi d'acqua elaghi). Preferisce rive basse, sabbiose e fangose, nei bacini; ama le acque lente dei fiumi di pianura e dei canali.
DESCRIZIONE
Il corpo è alto e tondeggiante, con muso prominente. Le pinne dorsale e ventrale hanno i primi raggi molto sviluppati.Presenta una colorazione di fondo verde bronzea metallica, con pinne gialle screziate di bruno rosso, testa verde-azzurra con strisce azzurro vivo e bianco.
La sua lunghezza va dai 10 cm (in acque in cui è molto diffuso) ai 25 cm e ai 3 hg di peso nei luoghi dove invece è più raro. molti pescatori sostengono di aver catturato esemplari di alcuni chili, anche se ultimamente nelle nostre acque sta subendo un fenomeno di pseudonanismo e molto raramente supera i 15 cm di lunghezza.
PESCA
Abbocca molto facilmente agli ami ed interessa come preda soprattutto i partecipanti alle gare di pesca. Le carni sono buone ma ricchissime di lische, per giunta molto dure, per cui solo gli esemplari più grandi vengono consumati, previo sfilettamento.
Anche gli individui molto piccoli possono essere consumati fritti.
È stato importato dagli Stati Uniti con largo successo in Italia a partire dal 1887, inserendosi così bene da diventare infestante in molte aree. La sua presenza è ormai generalizzata, è comunissimo,nei fiumi Po, Tevere e Arno così come nei grandi laghi come il lago Trasimeno dove ha popolazioni abbondantissime (è comunque presente in molti altri corsi d'acqua elaghi). Preferisce rive basse, sabbiose e fangose, nei bacini; ama le acque lente dei fiumi di pianura e dei canali.
DESCRIZIONE
Il corpo è alto e tondeggiante, con muso prominente. Le pinne dorsale e ventrale hanno i primi raggi molto sviluppati.Presenta una colorazione di fondo verde bronzea metallica, con pinne gialle screziate di bruno rosso, testa verde-azzurra con strisce azzurro vivo e bianco.
La sua lunghezza va dai 10 cm (in acque in cui è molto diffuso) ai 25 cm e ai 3 hg di peso nei luoghi dove invece è più raro. molti pescatori sostengono di aver catturato esemplari di alcuni chili, anche se ultimamente nelle nostre acque sta subendo un fenomeno di pseudonanismo e molto raramente supera i 15 cm di lunghezza.
PESCA
Abbocca molto facilmente agli ami ed interessa come preda soprattutto i partecipanti alle gare di pesca. Le carni sono buone ma ricchissime di lische, per giunta molto dure, per cui solo gli esemplari più grandi vengono consumati, previo sfilettamento.
Anche gli individui molto piccoli possono essere consumati fritti.
SCARDOLA
HABITAT
È presente nelle fiumi e nei laghi dell'Europa e dell'Asia occidentale.A causa della sua rapidissima riproduzione e della sua resistenza anche in acque inquinate e poco ossigenate viene considerata infestante e molto pericolosa per l'ecosistema.
In Italia è presente sull'intero territorio ed è facile individuarla nei medi e grandi laghi del Nord e del centro.
Abita acque calme e fiumi a corrente lenta, con alghe e piante acquatiche tra cui si riproduce.
DESCRIZIONE
La forma del corpo è tipica di quella della famiglia Cyprinidae: fianchi compressi,dorso abbastanza alto e ventre pronunciato in età adulta. I giovani sono più filiformi.
La Scardola presenta grosse scaglie dai magnifici riflessi argentei, dorso e fianchi dai riflessi dorati, mentre il ventre è quasi bianco. Le pinne negli adulti sono rosse.
Raggiunge una lunghezza di 50 cm e ha una longevità di oltre 18 anni.
PESCA
E'un pesce che abbocca voracemente a qualsiasi esca animale venga utilizzatae per questo è apprezzata da bambini alle prime armi e da garisti al contrario è detestata da tutti gli altri in quanto spesso rende difficile la pesca a prede più pregiate. Le sue carni sono insipide e liscosissime, pertanto il suo interesse commerciale è totalmente nullo.
È presente nelle fiumi e nei laghi dell'Europa e dell'Asia occidentale.A causa della sua rapidissima riproduzione e della sua resistenza anche in acque inquinate e poco ossigenate viene considerata infestante e molto pericolosa per l'ecosistema.
In Italia è presente sull'intero territorio ed è facile individuarla nei medi e grandi laghi del Nord e del centro.
Abita acque calme e fiumi a corrente lenta, con alghe e piante acquatiche tra cui si riproduce.
DESCRIZIONE
La forma del corpo è tipica di quella della famiglia Cyprinidae: fianchi compressi,dorso abbastanza alto e ventre pronunciato in età adulta. I giovani sono più filiformi.
La Scardola presenta grosse scaglie dai magnifici riflessi argentei, dorso e fianchi dai riflessi dorati, mentre il ventre è quasi bianco. Le pinne negli adulti sono rosse.
Raggiunge una lunghezza di 50 cm e ha una longevità di oltre 18 anni.
PESCA
E'un pesce che abbocca voracemente a qualsiasi esca animale venga utilizzatae per questo è apprezzata da bambini alle prime armi e da garisti al contrario è detestata da tutti gli altri in quanto spesso rende difficile la pesca a prede più pregiate. Le sue carni sono insipide e liscosissime, pertanto il suo interesse commerciale è totalmente nullo.
giovedì 2 agosto 2012
ORATA
HABITAT
L’orata è presente in tutto il bacino del mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, dall'estremo sud delle isole Britanniche a Capo Verde. È un pesce strettamente costiero e vive tra i 5 e i 150 m dalla costa; frequenta sia fondali duri che sabbiosi, è particolarmente diffusa al confine fra i due substrati. Normalmente conduce una vita solitaria o a piccoli gruppi. È una specie estremamente sensibile alle basse temperature.
DESCRIZIONE
Si distingue per avere il profilo del capo assai convesso e la mandibola leggermente più breve della mascella superiore.
Il corpo è ovale elevato e depresso. La pinna dorsale è unica con 11 raggi spinosi e 12-13 molli. Sono assenti le scaglia sul muso, sul preorbitale e sull’interorbitale. La linea laterale include 75-85 squame. Il dorso è grigio azzurrognolo ed i fianchi argentei con sottili linee grigie longitudinali. Una banda nera e una dorata sono interposte fra gli occhi. La regione scapolare è nera, questo colore continua sulla parte superiore dell’opercolo, il cui margine è rossastro. La pinna dorsale è grigio azzurrognola, con una fascia mediana longitudinale più scura.
La lunghezza massima dell’orata è 70 cm, ma la più comune è tra i 20 e 50 cm; può raggiungere un peso di 10 kg circa.
PESCA - ALLEVAMENTO
L'orata è oggetto di pesca sportiva e commerciale su tutte le coste mediterranee. In crescita è l'allevamento in acquacoltura, importante voce dell'economia di molte località costiere lungo tutta la costa europea mediterranea.
Le orate pescate presentano carni più magre di quelle d'allevamento (dovuto alla minor possibilità di muoversi e alla maggior quantità disponibile di cibo di quest'ultime). Segnalato anche un maggior contenuto di acidi grassi essenziali. La pesca con la canna viene effettuata soprattutto in zone di costa bassa e sabbiosa con la tecnica del surf casting ma, data la frequenza e l'adattabilità della specie, anche in località di foce o dove siano presenti coste rocciose non troppo alte. La pesca consiste nel proporre al pesce l'esca locale facendola arrivare sul fondo. Il terminale è molto semplice e deve essere molto lungo(circa 1,5/2 metri) in modo da non far insospettire il pesce e ad avvertire bene le toccate. L'orata è infatti un pesce molto sospettoso ed ha l'abitudine di girare l'esca tra le labbra più volte prima di ingoiarla, è quindi importante non ferrare subito la canna ma aspettare l'abboccata . L'esca ideale è la cozza locale ma talvolta anche il granchietto di sabbia e di scoglio può essere molto produttivo. Negli ultimi anni si sono diffusi come esche alcuni "vermi" marini quali il bibi, l'arenicola, l'americano o il koreano, con risultati spesso ottimi anche se con esemplari di misura ridotta.
L’orata è presente in tutto il bacino del mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, dall'estremo sud delle isole Britanniche a Capo Verde. È un pesce strettamente costiero e vive tra i 5 e i 150 m dalla costa; frequenta sia fondali duri che sabbiosi, è particolarmente diffusa al confine fra i due substrati. Normalmente conduce una vita solitaria o a piccoli gruppi. È una specie estremamente sensibile alle basse temperature.
DESCRIZIONE
Si distingue per avere il profilo del capo assai convesso e la mandibola leggermente più breve della mascella superiore.
Il corpo è ovale elevato e depresso. La pinna dorsale è unica con 11 raggi spinosi e 12-13 molli. Sono assenti le scaglia sul muso, sul preorbitale e sull’interorbitale. La linea laterale include 75-85 squame. Il dorso è grigio azzurrognolo ed i fianchi argentei con sottili linee grigie longitudinali. Una banda nera e una dorata sono interposte fra gli occhi. La regione scapolare è nera, questo colore continua sulla parte superiore dell’opercolo, il cui margine è rossastro. La pinna dorsale è grigio azzurrognola, con una fascia mediana longitudinale più scura.
La lunghezza massima dell’orata è 70 cm, ma la più comune è tra i 20 e 50 cm; può raggiungere un peso di 10 kg circa.
PESCA - ALLEVAMENTO
L'orata è oggetto di pesca sportiva e commerciale su tutte le coste mediterranee. In crescita è l'allevamento in acquacoltura, importante voce dell'economia di molte località costiere lungo tutta la costa europea mediterranea.
Le orate pescate presentano carni più magre di quelle d'allevamento (dovuto alla minor possibilità di muoversi e alla maggior quantità disponibile di cibo di quest'ultime). Segnalato anche un maggior contenuto di acidi grassi essenziali. La pesca con la canna viene effettuata soprattutto in zone di costa bassa e sabbiosa con la tecnica del surf casting ma, data la frequenza e l'adattabilità della specie, anche in località di foce o dove siano presenti coste rocciose non troppo alte. La pesca consiste nel proporre al pesce l'esca locale facendola arrivare sul fondo. Il terminale è molto semplice e deve essere molto lungo(circa 1,5/2 metri) in modo da non far insospettire il pesce e ad avvertire bene le toccate. L'orata è infatti un pesce molto sospettoso ed ha l'abitudine di girare l'esca tra le labbra più volte prima di ingoiarla, è quindi importante non ferrare subito la canna ma aspettare l'abboccata . L'esca ideale è la cozza locale ma talvolta anche il granchietto di sabbia e di scoglio può essere molto produttivo. Negli ultimi anni si sono diffusi come esche alcuni "vermi" marini quali il bibi, l'arenicola, l'americano o il koreano, con risultati spesso ottimi anche se con esemplari di misura ridotta.
ANGUILLE
HABITAT
L'anguilla è una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e marine dell Atlantico, del mar Mediterraneo e suoi tributari, dall'Islanda al Senegal. In genere popola ambienti a corrente debole o assente ma non si può escludere di trovarla in acque anche molto mosse. I maschi stazionano spesso in acque salmastre senza risalire i fiumi come invece fanno regolarmente le femmine.
DESCRIZIONE
Presenta un corpo allungato, subcilindrico, serpentiforme; la pinna dorsale, di modesta altezza, è allungata fino a unirsi alle pinne caudale ed anale. La pinna anale è più lunga della dorsale. La mandibola è più sporgente della mascella, l'occhio è piccolo. Il colore cambia con le fasi vitali: bruno sul dorso e giallastro ventralmente per gli animali che vivono in acque dolci e nero sopra ed argentato sotto per quelli che risiedono in mare o che si apprestano ad effettuare la lunga migrazione. La femmina può raggiungere i 3 kg di peso.
PESCA
Si cattura con vari tipi di reti, nasse e lenze, tra cui la "mazzacchera", un tipo di lenza senza amo innescata con una "corona" di lombrichi. Le carni sono squisite ma molto grasse.
L'anguilla è una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e marine dell Atlantico, del mar Mediterraneo e suoi tributari, dall'Islanda al Senegal. In genere popola ambienti a corrente debole o assente ma non si può escludere di trovarla in acque anche molto mosse. I maschi stazionano spesso in acque salmastre senza risalire i fiumi come invece fanno regolarmente le femmine.
DESCRIZIONE
Presenta un corpo allungato, subcilindrico, serpentiforme; la pinna dorsale, di modesta altezza, è allungata fino a unirsi alle pinne caudale ed anale. La pinna anale è più lunga della dorsale. La mandibola è più sporgente della mascella, l'occhio è piccolo. Il colore cambia con le fasi vitali: bruno sul dorso e giallastro ventralmente per gli animali che vivono in acque dolci e nero sopra ed argentato sotto per quelli che risiedono in mare o che si apprestano ad effettuare la lunga migrazione. La femmina può raggiungere i 3 kg di peso.
PESCA
Si cattura con vari tipi di reti, nasse e lenze, tra cui la "mazzacchera", un tipo di lenza senza amo innescata con una "corona" di lombrichi. Le carni sono squisite ma molto grasse.
PASSATA
Per la pesca a passata si può usare sia la canna fissa che la bolognese a cui è attaccata una lenza munita di galleggiante, piombini e terminante con un amo. È una tecnica maggiormente utilizzata nelle acque dolci correnti per insidiare pesci quali cavedano, barbo, carpa ma può essere utilizzata anche in acque salmastre per la pesca del cefalo e della spigola soprattutto. L'ambiente più adatto per praticare questa tecnica di pesca è quello del fiume del fondovalle o dell'alta pianura, con acque piuttosto correnti senza essere vorticose e fondo sassoso con poche piante ed ostacoli vari. Le esche più utilizzate sono: bigattino ,lombrico ,larve ,mais, legumi ,pane ,formaggio Emmenthal.
CAVEDANO ITALICO
HABITAT
Questa specie è endemica dell'Italia e della fascia costiera dalmata fino ai laghi di Scutari e di Ocrida. È presente anche in Francia meridionale nel fiume Var.
Si tratta di una specie diffusa praticamente in tutti gli ambienti d'acqua dolce, dai torrenti ai grandi fiumi, ai laghi. L'habitat preferito comunque sono le acque correnti dei fiumi a fondo di sabbia e ciottoli.
DESCRIZIONE
Si tratta di un pesce praticamente identico al cavedano europeo tanto che la validità della specie S. squalus è stata accertata solo di recente mentre prima venivano considerate un'unica specie. Il carattere più facilmente rilevabile è la colorazione delle pinne ventrali e della pinna anale che è grigia (o trasparente negli individui giovani) mentre nel cavedano europeo sono rossicce.
La taglia massima è di circa 60 cm per un peso di qualche kg. Raggiunge le massime dimensioni nei laghi.
PESCA
Identica a quella del cavedano europeo. Si tratta probabilmente della specie ittica d'acqua dolce più pescata in Italia dai pescatori sportivi.
Le carni non hanno cattivo sapore ma sono estremamente ricche di spine per cui il valore economico di questa specie è nullo.
Questa specie è endemica dell'Italia e della fascia costiera dalmata fino ai laghi di Scutari e di Ocrida. È presente anche in Francia meridionale nel fiume Var.
Si tratta di una specie diffusa praticamente in tutti gli ambienti d'acqua dolce, dai torrenti ai grandi fiumi, ai laghi. L'habitat preferito comunque sono le acque correnti dei fiumi a fondo di sabbia e ciottoli.
DESCRIZIONE
Si tratta di un pesce praticamente identico al cavedano europeo tanto che la validità della specie S. squalus è stata accertata solo di recente mentre prima venivano considerate un'unica specie. Il carattere più facilmente rilevabile è la colorazione delle pinne ventrali e della pinna anale che è grigia (o trasparente negli individui giovani) mentre nel cavedano europeo sono rossicce.
La taglia massima è di circa 60 cm per un peso di qualche kg. Raggiunge le massime dimensioni nei laghi.
PESCA
Identica a quella del cavedano europeo. Si tratta probabilmente della specie ittica d'acqua dolce più pescata in Italia dai pescatori sportivi.
Le carni non hanno cattivo sapore ma sono estremamente ricche di spine per cui il valore economico di questa specie è nullo.
VAIRONE
HABITAT
Autoctono dell'Italia centrosettentrionale, della Svizzera meridionale e del sud-est della Francia . Il suo ambiente ideale sono i fiumi con acque trasparenti, ossigenate e pulite e fondi sabbiosi o ghiaiosi.
DESCRIZIONE
Appare simile al comune cavedano da cui è immediatamente riconoscibile per la bocca molto più piccola, in posizione terminale, per le scaglie piccole e per la diversa colorazione che è brunastra sul dorso con una banda longitudinale scura, spesso con riflessi metallici. Le dimensioni sono modeste raggiungendo solo eccezionalmente i 20 cm.
PESCA
Viene catturato soprattutto con la tecnica della passata con montature estremamente sottili ed anche con la tecnica della pesca a mosca sia sommersa che a galla. Ambito da molti pescatori di trote che lo utilizzano come esca per i pregiati salmonidi. Le sue carni sono ottime per le fritture, ma ricche di spine.
Autoctono dell'Italia centrosettentrionale, della Svizzera meridionale e del sud-est della Francia . Il suo ambiente ideale sono i fiumi con acque trasparenti, ossigenate e pulite e fondi sabbiosi o ghiaiosi.
DESCRIZIONE
Appare simile al comune cavedano da cui è immediatamente riconoscibile per la bocca molto più piccola, in posizione terminale, per le scaglie piccole e per la diversa colorazione che è brunastra sul dorso con una banda longitudinale scura, spesso con riflessi metallici. Le dimensioni sono modeste raggiungendo solo eccezionalmente i 20 cm.
PESCA
Viene catturato soprattutto con la tecnica della passata con montature estremamente sottili ed anche con la tecnica della pesca a mosca sia sommersa che a galla. Ambito da molti pescatori di trote che lo utilizzano come esca per i pregiati salmonidi. Le sue carni sono ottime per le fritture, ma ricche di spine.
MORTO MANOVRATO O TECNICA DRAKOVIC
Nellaa tecnica di pesca del morto manovrato (o tecnica drakovic) le esche utilizzate sono piccoli pesci come scardole e vaironi morti, innescati su un terminale d'acciaio composto da due cavetti terminanti con una o più ancorette.
Questa tecnica da al pesce morto che viene calato sul fondale del fiume o del lago una postura che lo fa sembrare vivo al pesce predatore. Alla realizzazione dell'effetto contribuiscono sia il movimento che il pescatore da alla sua esca alzandola e calandola rispetto al fondale, sempre mantenendo la sagoma del pesce nella sua postura naturale, sia le correnti che fanno muovere il pesce da destra a sinistra e viceversa sul perno dove è stato fissato in precedenza.
Questa tecnica da al pesce morto che viene calato sul fondale del fiume o del lago una postura che lo fa sembrare vivo al pesce predatore. Alla realizzazione dell'effetto contribuiscono sia il movimento che il pescatore da alla sua esca alzandola e calandola rispetto al fondale, sempre mantenendo la sagoma del pesce nella sua postura naturale, sia le correnti che fanno muovere il pesce da destra a sinistra e viceversa sul perno dove è stato fissato in precedenza.
SANDER LUCIOPERCA
HABITAT
Originario dell'Europa centro-settentrionale e di quella orientale nonché dell'Asia occidentale, è stato introdotto in molti paesi europei agli inizi del XIX secolo, con notevoli conseguenze ambientali.
In Italia fu introdotto tra il 1902 e il 1908 nei laghi di Comabbio e Pusiano ed in seguito in tutto il nord Italia, ma oggi sembra sia diffuso solamente in alcuni laghi , e lungo il corso del fiume Chienti. Una grossa popolazione è presente anche nel fiume Po nonché in gran parte delle acque del piano della Pianura Padana. Vive nei tratti inferiori dei fiumi e nei laghi a grandi e medie dimensioni, con acque ben ossigenate.
DESCRIZIONE
Ha corpo snello ed affusolato, la pinna dorsale anteriore ha 13-15 raggi spinosi. La bocca è provvista di piccoli denti e qualcuno più grande sparso. Il maschio presenta una concavità nel dorso, fra la testa e la pinna dorsale anteriore; nella femmina questo punto è invece convesso.
La livrea presenta una colorazione bruno verdastra su testa, dorso e fianchi, più chiara sul ventre. Alcune strisce verticali nere scendono dal dorso fino ai fianchi. Le pinne sono verdastre chiazzate di nero.
I soggetti più longevi raggiungono l'età di 20 anni, 130 cm di lunghezza per un peso di 15 kg.
PESCA
Considerato un pesce pregiato sia per la pesca sportiva sia per la squisitezza delle sue carni, il lucioperca viene pescato con esche artificiali (tecnica dello spinning), verme, piccoli pesci, ma soprattutto con la tecnica del morto manovrato.
Originario dell'Europa centro-settentrionale e di quella orientale nonché dell'Asia occidentale, è stato introdotto in molti paesi europei agli inizi del XIX secolo, con notevoli conseguenze ambientali.
In Italia fu introdotto tra il 1902 e il 1908 nei laghi di Comabbio e Pusiano ed in seguito in tutto il nord Italia, ma oggi sembra sia diffuso solamente in alcuni laghi , e lungo il corso del fiume Chienti. Una grossa popolazione è presente anche nel fiume Po nonché in gran parte delle acque del piano della Pianura Padana. Vive nei tratti inferiori dei fiumi e nei laghi a grandi e medie dimensioni, con acque ben ossigenate.
DESCRIZIONE
Ha corpo snello ed affusolato, la pinna dorsale anteriore ha 13-15 raggi spinosi. La bocca è provvista di piccoli denti e qualcuno più grande sparso. Il maschio presenta una concavità nel dorso, fra la testa e la pinna dorsale anteriore; nella femmina questo punto è invece convesso.
La livrea presenta una colorazione bruno verdastra su testa, dorso e fianchi, più chiara sul ventre. Alcune strisce verticali nere scendono dal dorso fino ai fianchi. Le pinne sono verdastre chiazzate di nero.
I soggetti più longevi raggiungono l'età di 20 anni, 130 cm di lunghezza per un peso di 15 kg.
PESCA
Considerato un pesce pregiato sia per la pesca sportiva sia per la squisitezza delle sue carni, il lucioperca viene pescato con esche artificiali (tecnica dello spinning), verme, piccoli pesci, ma soprattutto con la tecnica del morto manovrato.
PESCA A SPINNING
Lo spinning è una tecnica di pesca nella quale si utilizzano esche artificiali, in metallo, legno o plastica.
L'esca artificiale può essere "rotante" o "cucchiaino", che è costituita da una paletta metallica che ruota sul suo asse nel momento in cui è recuperata dal pescatore, subito dopo il lancio.
In generale, con questo metodo di pesca, si tende alla cattura di pesci predatori, attratti dal movimento dell'esca, dal suo colore, dalla sua somiglianza a piccoli pesci di cui essi si nutrono oppure infastiditi dal passaggio dell'esca nel loro territorio di caccia.
Oppure può essere costituita da pesciolini in plastica o in legno generalmente con due ancorette, una nella parte caudale e l'altra nella parte pettorale, con una palettina sotto il mento, la quale serve per far muovere l'artificiale trainato in maniera discontinua ed irregolare, come se fosse un pesciolino vero.
Le esche vengono lanciate e recuperate tramite l'utilizzo di un mulinello in modo da simulare un piccolo pesce o una creatura acquatica.
Le esche si possono dividere in: jigs, cucchiaini rotanti, cucchiaini ondulanti, jerkbait, crank bait, spinnerbait e buzzbait, esche siliconiche. Negli ultimi anni lo spinning si sta diffondendo, specialmente nelle nuove generazioni di pescatori, per la sua sportività e per l'emozione che le catture fatte con questa tecnica regalano.
Tra tutte le tecniche di pesca si può considerare sicuramente la più dinamica data l'esigenza di continui spostamenti alla ricerca del predatore. Non rari sono i cappotti difatti lo Spinning è tutt'altro che una pesca redditizia soprattutto quando il nostro obiettivo è rappresentato da pesci particolarmente furbi come cavedani o black bass.
La pesca a spinning si può effettuare nelle acque interne ma anche in mare .
La pesca a spinning nelle acque interne tende alla cattura, tra gli altri, di trote, cavedani, lucci, persici trota, aspi lucioperca, persici e siluri
La pesca a spinning in mare può consentire la cattura di spigole, pesci serra, tracine, lecce, Barracuda, lampughe, ricciole, dentici e in generale tutti quei predatori che sono soliti frequentare le nostre acque. La pesca a spinning varia, anche in maniera considerevole, in termini di tecnica, di attrezzatura e di esche utilizzabili, in relazione all'ambiente in cui è praticata e al tipo di pesce che si intende catturare.
L'esca artificiale può essere "rotante" o "cucchiaino", che è costituita da una paletta metallica che ruota sul suo asse nel momento in cui è recuperata dal pescatore, subito dopo il lancio.
In generale, con questo metodo di pesca, si tende alla cattura di pesci predatori, attratti dal movimento dell'esca, dal suo colore, dalla sua somiglianza a piccoli pesci di cui essi si nutrono oppure infastiditi dal passaggio dell'esca nel loro territorio di caccia.
Oppure può essere costituita da pesciolini in plastica o in legno generalmente con due ancorette, una nella parte caudale e l'altra nella parte pettorale, con una palettina sotto il mento, la quale serve per far muovere l'artificiale trainato in maniera discontinua ed irregolare, come se fosse un pesciolino vero.
Le esche vengono lanciate e recuperate tramite l'utilizzo di un mulinello in modo da simulare un piccolo pesce o una creatura acquatica.
Le esche si possono dividere in: jigs, cucchiaini rotanti, cucchiaini ondulanti, jerkbait, crank bait, spinnerbait e buzzbait, esche siliconiche. Negli ultimi anni lo spinning si sta diffondendo, specialmente nelle nuove generazioni di pescatori, per la sua sportività e per l'emozione che le catture fatte con questa tecnica regalano.
Tra tutte le tecniche di pesca si può considerare sicuramente la più dinamica data l'esigenza di continui spostamenti alla ricerca del predatore. Non rari sono i cappotti difatti lo Spinning è tutt'altro che una pesca redditizia soprattutto quando il nostro obiettivo è rappresentato da pesci particolarmente furbi come cavedani o black bass.
La pesca a spinning si può effettuare nelle acque interne ma anche in mare .
La pesca a spinning nelle acque interne tende alla cattura, tra gli altri, di trote, cavedani, lucci, persici trota, aspi lucioperca, persici e siluri
La pesca a spinning in mare può consentire la cattura di spigole, pesci serra, tracine, lecce, Barracuda, lampughe, ricciole, dentici e in generale tutti quei predatori che sono soliti frequentare le nostre acque. La pesca a spinning varia, anche in maniera considerevole, in termini di tecnica, di attrezzatura e di esche utilizzabili, in relazione all'ambiente in cui è praticata e al tipo di pesce che si intende catturare.
LUCCIO
HABITAT
Questo pesce è presente nel continente nordamericano, in tutti i bacini fluviali atlantici e pacifici,dalla Francia alla Siberia, (compresa l'Italia settentrionale),in Irlanda e Inghilterra .
Il luccio è un utile e prezioso equilibratore naturale. Nella sua dieta preferisce selezionare prede morte o malate, inibendo anche l'eccessiva prolificità di altri pesci, ciprinidi soprattutto che, sviluppandosi in numero eccessivo, potrebbero modificare l'equilibrio di alcuni ambienti.
DESCRIZIONE
Può raggiungere 1,30 m di lunghezza e superare i 20 kg di peso. La crescita e le dimensioni finali sono piuttosto variabili in relazione all'alimentazione e alla temperatura dell'acqua. In genere raggiunge i 20 cm durante il primo anno di vita e il metro in età adulta.in genere la femmina è più grande del maschio. Il luccio ha la più di 500 microdenti molto affilati sulla lingua in aggiunta a quelli propri dell'esoscheletro.
Oltre che dalla bocca di grosse dimensioni fornita di file di denti uncinati, il luccio è caratterizzato da una testa piuttosto grande rispetto al corpo, di forma allungata e schiacciata. La colorazione varia a seconda dell'habitat e della colorazione dell'acqua: ventre bianco giallastro, dorso verde-bruno maculato scuro. La forma corporale è influenzata dalla corrente delle acque in cui vive: nelle zone con scarsa corrente assume una fisionomia allungata, nelle acque ferme presenta un corpo più tozzo.
PESCA
È considerato il re dei predatori d'acqua dolce. Si pesca a spinning oppure con il vivo o l'esca morta sia a fondo che con il galleggiante. Generalmente si pesca individuando la tana o il posto dove presumibilmente è in caccia: tronchi sommersi, canneti, erbai, tappeti di ninfee possono essere tutti posti dove l'esocide attende le sue prede in agguiato. Nei grandi laghi spesso il luccio adotta una tecnica di caccia "sospeso", praticamente cacciando sotto i banchi di pesce di cui si nutre in quel determinato ecosistema .
Bisogna porre attenzione quando lo si salpa poiché è dotato di denti affilati; è consigliato l'uso dei guanti e del guadino e della presa opercolare: praticamente quando il pesce è ormai stanco si fa scivolare la mano con le 4 dita chiuse sotto una delle due branchie, la si lascia scorrere verso la punta della bocca fino ad arrivare all'osso mandibolare, questa presa è sicura e assolutamente indolore per il pesce.
Nella pesca è indispensabile un terminale in acciaio, titanio o fluorocarbon di generose dimensioni (dallo 0,80 mm in su) perché con i denti potrebbe tranciare il filo, non è raro che il pesce, soprattutto se di grandi dimensioni, ingoi tutta l'esca.
Questo pesce è presente nel continente nordamericano, in tutti i bacini fluviali atlantici e pacifici,dalla Francia alla Siberia, (compresa l'Italia settentrionale),in Irlanda e Inghilterra .
Il luccio è un utile e prezioso equilibratore naturale. Nella sua dieta preferisce selezionare prede morte o malate, inibendo anche l'eccessiva prolificità di altri pesci, ciprinidi soprattutto che, sviluppandosi in numero eccessivo, potrebbero modificare l'equilibrio di alcuni ambienti.
DESCRIZIONE
Può raggiungere 1,30 m di lunghezza e superare i 20 kg di peso. La crescita e le dimensioni finali sono piuttosto variabili in relazione all'alimentazione e alla temperatura dell'acqua. In genere raggiunge i 20 cm durante il primo anno di vita e il metro in età adulta.in genere la femmina è più grande del maschio. Il luccio ha la più di 500 microdenti molto affilati sulla lingua in aggiunta a quelli propri dell'esoscheletro.
Oltre che dalla bocca di grosse dimensioni fornita di file di denti uncinati, il luccio è caratterizzato da una testa piuttosto grande rispetto al corpo, di forma allungata e schiacciata. La colorazione varia a seconda dell'habitat e della colorazione dell'acqua: ventre bianco giallastro, dorso verde-bruno maculato scuro. La forma corporale è influenzata dalla corrente delle acque in cui vive: nelle zone con scarsa corrente assume una fisionomia allungata, nelle acque ferme presenta un corpo più tozzo.
PESCA
È considerato il re dei predatori d'acqua dolce. Si pesca a spinning oppure con il vivo o l'esca morta sia a fondo che con il galleggiante. Generalmente si pesca individuando la tana o il posto dove presumibilmente è in caccia: tronchi sommersi, canneti, erbai, tappeti di ninfee possono essere tutti posti dove l'esocide attende le sue prede in agguiato. Nei grandi laghi spesso il luccio adotta una tecnica di caccia "sospeso", praticamente cacciando sotto i banchi di pesce di cui si nutre in quel determinato ecosistema .
Bisogna porre attenzione quando lo si salpa poiché è dotato di denti affilati; è consigliato l'uso dei guanti e del guadino e della presa opercolare: praticamente quando il pesce è ormai stanco si fa scivolare la mano con le 4 dita chiuse sotto una delle due branchie, la si lascia scorrere verso la punta della bocca fino ad arrivare all'osso mandibolare, questa presa è sicura e assolutamente indolore per il pesce.
Nella pesca è indispensabile un terminale in acciaio, titanio o fluorocarbon di generose dimensioni (dallo 0,80 mm in su) perché con i denti potrebbe tranciare il filo, non è raro che il pesce, soprattutto se di grandi dimensioni, ingoi tutta l'esca.
BOGA
HABITAT
È diffuso nell'Oceano Atlantico orientale, dal golfo di Biscaglia alle coste dell'Angola, nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Abita le acque costiere, a fondo roccioso e sabbioso, anche fittamente vegetate.
DESCRIZIONE
Il corpo è allungato e affusolato, gli occhi grandi. La pinna dorsale è ampia e lunga. Tutte le pinne, ad esclusione della caudale e delle pettorali, sono sorrette da grossi raggi, simili ad aculei. Il corpo è argentato, il dorso più scuro, di color grigio-verde, il ventre bianco. Dalla testa partono 1-4 linee verticali bruno-verdi, fino alla coda. Le pinne sono rossastre, tranne le pettorali e la coda, bruno scure.
Raggiunge una lunghezza di 35 cm.
PESCA
È pescata soprattutto da pescatori sportivi ma viene catturata anche con le reti da posta. Le sue carni sono buone se consumate dopo breve tempo dalla morte del pesce altrimenti il contenuto dell'intestino va in putrefazione conferendo all'animale un cattivo odore.
È diffuso nell'Oceano Atlantico orientale, dal golfo di Biscaglia alle coste dell'Angola, nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero. Abita le acque costiere, a fondo roccioso e sabbioso, anche fittamente vegetate.
DESCRIZIONE
Il corpo è allungato e affusolato, gli occhi grandi. La pinna dorsale è ampia e lunga. Tutte le pinne, ad esclusione della caudale e delle pettorali, sono sorrette da grossi raggi, simili ad aculei. Il corpo è argentato, il dorso più scuro, di color grigio-verde, il ventre bianco. Dalla testa partono 1-4 linee verticali bruno-verdi, fino alla coda. Le pinne sono rossastre, tranne le pettorali e la coda, bruno scure.
Raggiunge una lunghezza di 35 cm.
PESCA
È pescata soprattutto da pescatori sportivi ma viene catturata anche con le reti da posta. Le sue carni sono buone se consumate dopo breve tempo dalla morte del pesce altrimenti il contenuto dell'intestino va in putrefazione conferendo all'animale un cattivo odore.
CARPA
HABITAT
La forma selvatica della carpa comune è originaria dell'Europa orientale. In Italia è stata introdotta dagli antichi Romani per l'allevamento,infatti ha una grande capacità d'adattamento e ora si può considerarla una specie ormai autoctona. Oggi, si può trovare in tutta Europa nella quasi totalità delle acque dolci temperate. La carpa comune è stato uno dei primi pesci ad essere introdotto in altri paesi oltre a quello di origine. Di solito vive nei fiumi a corso lento e nei laghi, ma si adatta molto bene in qualsiasi habitat, anche in quelli soggetti ad inquinamento organico. È una delle 100 specie aliene più dannose del mondo.
DESCRIZIONE
Il corpo della carpa è lungo, ovale, ed ha un dorso convesso appena sopra la testa. la testa è triangolare, con muso piuttosto arrotondato. La bocca protattile con 4 barbigli corti e carnosi. La pinna dorsale è lunga con 18-24 raggi, quella anale è piuttosto grande; le pinne del petto e del ventre hanno i lobi arrotondati. La coda è forcuta. La colorazione del manto è bruno-verdastra con riflessi bronzei su dorso e fianchi, giallastro sul ventre. Di lunghezza molto variabile tra i 30 e i 60 centimetri e peso solitamente compreso tra i 3 e i 35 chili.
Si tratta di un pesce estremamente longevo e si stima possa arrivare a 100 anni di età.
CARPA
La carpa è uno dei pesci d'acqua dolce più cacciati dai pescatori sportivi a causa delle grandi dimensioni e della resistenza che oppone alla cattura.
la tecnica principale della sua cattura è la pesca a fondo che, quando viene impiegata per questo pesce, prende il nome di carpfishing; le esche sono molto varie, in genere vegetali, che vanno dal mais alla cosiddetta "polenta" alle più recenti e tecnologiche boilies, che sono utilizzate soprattutto nel carpfishing e che vengono innescate separatamente dall'amo,a qualche centimetro di distanza
Importante è abituare il pesce alla nuova esca gettando nel luogo prescelto grosse quantità dell'esca che si impiegherà, qualche giorno prima dell'effettivo inizio della pesca. In Italia ed in Occidente, dato che la qualità delle carni in genere non è considerata eccelsa, gli esemplari catturati vengono spesso liberati con ogni cura.
In molte parti del mondo le sue carni sono però apprezzate e l'utilizzo come alimento è tutt'oggi diffuso; ad esempio in Europa centrale ed orientale è regolarmente consumata, ma soprattutto in Estremo Oriente , tanto da essere uno dei pesci maggiormente allevati nell'acquacoltura cinese.
La forma selvatica della carpa comune è originaria dell'Europa orientale. In Italia è stata introdotta dagli antichi Romani per l'allevamento,infatti ha una grande capacità d'adattamento e ora si può considerarla una specie ormai autoctona. Oggi, si può trovare in tutta Europa nella quasi totalità delle acque dolci temperate. La carpa comune è stato uno dei primi pesci ad essere introdotto in altri paesi oltre a quello di origine. Di solito vive nei fiumi a corso lento e nei laghi, ma si adatta molto bene in qualsiasi habitat, anche in quelli soggetti ad inquinamento organico. È una delle 100 specie aliene più dannose del mondo.
DESCRIZIONE
Il corpo della carpa è lungo, ovale, ed ha un dorso convesso appena sopra la testa. la testa è triangolare, con muso piuttosto arrotondato. La bocca protattile con 4 barbigli corti e carnosi. La pinna dorsale è lunga con 18-24 raggi, quella anale è piuttosto grande; le pinne del petto e del ventre hanno i lobi arrotondati. La coda è forcuta. La colorazione del manto è bruno-verdastra con riflessi bronzei su dorso e fianchi, giallastro sul ventre. Di lunghezza molto variabile tra i 30 e i 60 centimetri e peso solitamente compreso tra i 3 e i 35 chili.
Si tratta di un pesce estremamente longevo e si stima possa arrivare a 100 anni di età.
CARPA
La carpa è uno dei pesci d'acqua dolce più cacciati dai pescatori sportivi a causa delle grandi dimensioni e della resistenza che oppone alla cattura.
la tecnica principale della sua cattura è la pesca a fondo che, quando viene impiegata per questo pesce, prende il nome di carpfishing; le esche sono molto varie, in genere vegetali, che vanno dal mais alla cosiddetta "polenta" alle più recenti e tecnologiche boilies, che sono utilizzate soprattutto nel carpfishing e che vengono innescate separatamente dall'amo,a qualche centimetro di distanza
Importante è abituare il pesce alla nuova esca gettando nel luogo prescelto grosse quantità dell'esca che si impiegherà, qualche giorno prima dell'effettivo inizio della pesca. In Italia ed in Occidente, dato che la qualità delle carni in genere non è considerata eccelsa, gli esemplari catturati vengono spesso liberati con ogni cura.
In molte parti del mondo le sue carni sono però apprezzate e l'utilizzo come alimento è tutt'oggi diffuso; ad esempio in Europa centrale ed orientale è regolarmente consumata, ma soprattutto in Estremo Oriente , tanto da essere uno dei pesci maggiormente allevati nell'acquacoltura cinese.
PERSICO REALE
HABITAT
È originario dell'Europa centro-settentrionale e dell'Asia fino alla Siberia. È autoctono del nord Italia ma è ormai diffuso in ambienti lacustri e fluviali dell'Italia centrale e presente in alcune zone dell'Italia meridionale e insulare. È stato introdotto anche fuori dell'Europa, ad esempio in Sudafrica ed in Australia.
Preferisce correnti molto deboli, avendo abitudini sedentarie, per questo è più diffusa la sua presenza in ambienti lacustri piuttosto che fluviali. Esso vive anche in estuari e lagune salmastre, nel mar Baltico, le cui acque sono pochissimo salate, si incontra regolarmente anche in mare aperto
DESCRIZIONE
Il persico presenta un dorso arcuato e corpo di forma ovale abbastanza tozza. Ha due pinne dorsali separate da un breve spazio delle quali la prima è munita di spine. La pinna caudale è leggermente forcuta. Testa e bocca sono di discrete dimensioni. Dietro la testa il corpo forma uno "scalino" ben evidente.
Ha dorso verdastro con da 5 a 8 fasce verticali di colore scuro spesso biforcate a forma di Y nella parte posteriore del corpo. Le pinne ventrali, anale e caudale sono di colore rosso o aranciato, spesso molto vivo, le pinne pettorali sono invece giallastre e il ventre bianco. Spesso c'è una macchia scura alla fine della prima pinna dorsale.
Raggiunge i 60 cm di lunghezza, ma la taglia mediamente non supera i 20 cm.
PESCA
Il pesce persico ha carni squisite e in Italia viene pescato soprattutto nei grandi laghi del Nord (lago di Garda, Maggiore, Como, Iseo e Idro) dove viene praticata ancora una pesca professionale dedicata a questo percide. Vengono adoperate svariate reti da posta, lenze e "legnaie".
Sportivamente, viene anche pescato usando come esche bigattini, lombrichi e pesce vivo o morto come le scardole i triotti e le alborelle. Viene pescato anche con esche artificiali (cucchiaini, mosche, vermi di gomma e minnow) con le tecniche della spinning e della pesca a mosca.
È originario dell'Europa centro-settentrionale e dell'Asia fino alla Siberia. È autoctono del nord Italia ma è ormai diffuso in ambienti lacustri e fluviali dell'Italia centrale e presente in alcune zone dell'Italia meridionale e insulare. È stato introdotto anche fuori dell'Europa, ad esempio in Sudafrica ed in Australia.
Preferisce correnti molto deboli, avendo abitudini sedentarie, per questo è più diffusa la sua presenza in ambienti lacustri piuttosto che fluviali. Esso vive anche in estuari e lagune salmastre, nel mar Baltico, le cui acque sono pochissimo salate, si incontra regolarmente anche in mare aperto
DESCRIZIONE
Il persico presenta un dorso arcuato e corpo di forma ovale abbastanza tozza. Ha due pinne dorsali separate da un breve spazio delle quali la prima è munita di spine. La pinna caudale è leggermente forcuta. Testa e bocca sono di discrete dimensioni. Dietro la testa il corpo forma uno "scalino" ben evidente.
Ha dorso verdastro con da 5 a 8 fasce verticali di colore scuro spesso biforcate a forma di Y nella parte posteriore del corpo. Le pinne ventrali, anale e caudale sono di colore rosso o aranciato, spesso molto vivo, le pinne pettorali sono invece giallastre e il ventre bianco. Spesso c'è una macchia scura alla fine della prima pinna dorsale.
Raggiunge i 60 cm di lunghezza, ma la taglia mediamente non supera i 20 cm.
PESCA
Il pesce persico ha carni squisite e in Italia viene pescato soprattutto nei grandi laghi del Nord (lago di Garda, Maggiore, Como, Iseo e Idro) dove viene praticata ancora una pesca professionale dedicata a questo percide. Vengono adoperate svariate reti da posta, lenze e "legnaie".
Sportivamente, viene anche pescato usando come esche bigattini, lombrichi e pesce vivo o morto come le scardole i triotti e le alborelle. Viene pescato anche con esche artificiali (cucchiaini, mosche, vermi di gomma e minnow) con le tecniche della spinning e della pesca a mosca.
ALBORELLA
HABITAT
Questa specie è autoctona della pianura Padana, di una parte del versante mar Adriatico dell'Italia centrale e di alcune zone della costa dalmata . È stata introdotta con successo in vari fiumi dell'Italia centrale tirrenica come l'Arno, Tevere e Ombrone nonché nel fiume croato Ricica.
Vive in una vasta gamma di habitat che vanno dai fiumi a corrente moderata ai laghi di ogni estensione, ai canali di pianura .
DESCRIZIONE
Assomiglia molto all'alburno, specie europea assente dall'Italia e all'alborella meridionale. Si può distinguere dal primo per la pinna anale più avanzata, per avere la carena ventrale coperta di squame e per avere una fascia laterale scura debolmente visibile (del tutto assente nell'alburno) che diventa molto vistosa negli esemplari conservati in alcool o formalina . Si distingue da A. albidus soprattutto perché la bocca è inclinata mentre nella congenerica meridionale è quasi in orizzontale.
La colorazione è verdastra con riflessi argentei su fianchi e dorso, bianco sul ventre.
Misura fino a 10 cm.
PESCA
Viene pescata sia dai pescatori sportivi che da quelli professionisti, soprattutto nei laghi. Le sue carni sono ottime e si prestano ad essere fritte o conservate in carpione ed hanno un notevole valore commerciale.
Questa specie è autoctona della pianura Padana, di una parte del versante mar Adriatico dell'Italia centrale e di alcune zone della costa dalmata . È stata introdotta con successo in vari fiumi dell'Italia centrale tirrenica come l'Arno, Tevere e Ombrone nonché nel fiume croato Ricica.
Vive in una vasta gamma di habitat che vanno dai fiumi a corrente moderata ai laghi di ogni estensione, ai canali di pianura .
DESCRIZIONE
Assomiglia molto all'alburno, specie europea assente dall'Italia e all'alborella meridionale. Si può distinguere dal primo per la pinna anale più avanzata, per avere la carena ventrale coperta di squame e per avere una fascia laterale scura debolmente visibile (del tutto assente nell'alburno) che diventa molto vistosa negli esemplari conservati in alcool o formalina . Si distingue da A. albidus soprattutto perché la bocca è inclinata mentre nella congenerica meridionale è quasi in orizzontale.
La colorazione è verdastra con riflessi argentei su fianchi e dorso, bianco sul ventre.
Misura fino a 10 cm.
PESCA
Viene pescata sia dai pescatori sportivi che da quelli professionisti, soprattutto nei laghi. Le sue carni sono ottime e si prestano ad essere fritte o conservate in carpione ed hanno un notevole valore commerciale.
PESCA CON LA MOSCA
La pesca con l'utilizzo della mosca è un tipo di pesca sportiva definita così perché vengono utilizzate esche artificiali costruite a imitazione, di insetti che nascono, si sviluppano, si riproducono e muoiono nell'ambiente acquatico, ma anche insetti come formiche, cavallette, vespe ecc. L'esca imita si la mosca ma anche altri animali di cui il pesce si nutre, come altri pesci, gamberetti, ecc.
L'attrezzatura essenziale è composta da:
-canna di diverse lunghezze,
-mulinello per pesca mosca
-coda di topo
-vari accessori a supporto del pescatore.
Tale attrezzatura è necessaria per poter lanciare l'esca artificiale a volte avente pesi molto leggeri, a diversi metri di distanza, tramite delle tecniche di lancio a volte molto complicate, volte alla migliore posa possibile dell'artificiale in acque spesso mosse.
Queste esche vengono realizzate con vari materiali tra cui le piume d'uccelli, pelo di mammiferi o filati sintetici come il nylon sopra un amo ad occhiello fissate poi con della colla o dello smalto.
Le tecniche di pesca in torrente sono essenzialmente tre:
- mosca secca,(si utilizza quando i pesci si stanno alimentando in superficie mangiando gli insetti che si sono posati sull'acqua ; queste esche sono di piccole-medie dimensioni e molto galleggianti)
-mosca sommersa, (si utilizza quando i pesci si alimentano subito sotto la superficie)
-ninfa (si utilizza quando i pesci stazionano sul fondo e si nutrono di insetti subacquei e larve detti appunto ninfe ; le esche sono piombate).
La piombatura in questo tipo di pesca non viene mai applicata alla lenza ma direttamente nella costruzione della mosca, aggiungendo alcune spire di filo di metallo (piombo, rame o tungsteno) sull'amo . È consuetudine da parte dei pescatori a mosca pescare cercando di provocare il minor danno alla fauna ittica. A questo scopo si usano sovente ami senza ardiglione, secondo il cosiddetto spirito no-kill: rilasciare sempre il pesce che si cattura, qualunque sia la taglia, se il suo prelievo reca un danno significativo all'ecosistema del corso d'acqua.
L'attrezzatura essenziale è composta da:
-canna di diverse lunghezze,
-mulinello per pesca mosca
-coda di topo
-vari accessori a supporto del pescatore.
Tale attrezzatura è necessaria per poter lanciare l'esca artificiale a volte avente pesi molto leggeri, a diversi metri di distanza, tramite delle tecniche di lancio a volte molto complicate, volte alla migliore posa possibile dell'artificiale in acque spesso mosse.
Queste esche vengono realizzate con vari materiali tra cui le piume d'uccelli, pelo di mammiferi o filati sintetici come il nylon sopra un amo ad occhiello fissate poi con della colla o dello smalto.
Le tecniche di pesca in torrente sono essenzialmente tre:
- mosca secca,(si utilizza quando i pesci si stanno alimentando in superficie mangiando gli insetti che si sono posati sull'acqua ; queste esche sono di piccole-medie dimensioni e molto galleggianti)
-mosca sommersa, (si utilizza quando i pesci si alimentano subito sotto la superficie)
-ninfa (si utilizza quando i pesci stazionano sul fondo e si nutrono di insetti subacquei e larve detti appunto ninfe ; le esche sono piombate).
La piombatura in questo tipo di pesca non viene mai applicata alla lenza ma direttamente nella costruzione della mosca, aggiungendo alcune spire di filo di metallo (piombo, rame o tungsteno) sull'amo . È consuetudine da parte dei pescatori a mosca pescare cercando di provocare il minor danno alla fauna ittica. A questo scopo si usano sovente ami senza ardiglione, secondo il cosiddetto spirito no-kill: rilasciare sempre il pesce che si cattura, qualunque sia la taglia, se il suo prelievo reca un danno significativo all'ecosistema del corso d'acqua.
PESCA CON CANNA FISSA
IN GENERALE
Per pesca con canna fissa si intende un tipo di pesca effettuata sia in acque dolci che al mare, con canne da pesca senza mulinello..
Inizialmente, il materiale utilizzato era il bambù e, grazie alla tecnica ad innesti la canna poteva raggiungere lunghezze notevoli, con pesi, però, sempre sostenuti. In tempi successivi si passò al Conolon e alla fibra di vetro che rendeva le canne fisse meno pesanti, ma ancora molto robuste .
Negli anni Ottanta si iniziò ad utilizzare il carbonio, con ottima resa e peso ridotto. Dapprima si ebbero canne in costruzione mista, poi interamente in carbonio.
TECNICA
Si lega il corpo di lenza con un'asola all'estremità della canna, ad esempio impiegando un moschettone scorrevole in materiale plastico.
La lunghezza dell'intera montatura deve essere proporzionata all'altezza del pescatore in modo da consentirgli di guadinare agevolmente il pesce: se si pesca in piedi, normalmente 50-70 cm più della canna. Per lo stesso motivo, pescando da seduti invece, è meglio che la lenza sia poco più corta della canna.
Sfruttando la flessibilità dei cimini riportati in carbonio pieno, è possibile pescare con diametri di filo estremamente contenuti: 0,12 mm per la lenza madre, 0,10-0,08 mm per il terminale.
Gli ami utilizzati sono normalmente di misura 20, 18 o 16, e come esca uno o più bigattini.
Vi sono diversi tipi e lunghezze di canne fisse, da 0,5 a 12 m, a seconda del tipo e della taglia del pesce che si vuole insidiare.
GENERE DI PESCI PESCATI
Con l'impiego di un'accurata pastura si possono catturare vari tipi di pesce, d'acqua dolce e salata, come per esempio alborelle anguille, carpe, scardole, gardons, persici sole, persici reali, cavedani, barbi, trote, spigole, cefali, occhiate e boghe.
Per pesca con canna fissa si intende un tipo di pesca effettuata sia in acque dolci che al mare, con canne da pesca senza mulinello..
Inizialmente, il materiale utilizzato era il bambù e, grazie alla tecnica ad innesti la canna poteva raggiungere lunghezze notevoli, con pesi, però, sempre sostenuti. In tempi successivi si passò al Conolon e alla fibra di vetro che rendeva le canne fisse meno pesanti, ma ancora molto robuste .
Negli anni Ottanta si iniziò ad utilizzare il carbonio, con ottima resa e peso ridotto. Dapprima si ebbero canne in costruzione mista, poi interamente in carbonio.
TECNICA
Si lega il corpo di lenza con un'asola all'estremità della canna, ad esempio impiegando un moschettone scorrevole in materiale plastico.
La lunghezza dell'intera montatura deve essere proporzionata all'altezza del pescatore in modo da consentirgli di guadinare agevolmente il pesce: se si pesca in piedi, normalmente 50-70 cm più della canna. Per lo stesso motivo, pescando da seduti invece, è meglio che la lenza sia poco più corta della canna.
Sfruttando la flessibilità dei cimini riportati in carbonio pieno, è possibile pescare con diametri di filo estremamente contenuti: 0,12 mm per la lenza madre, 0,10-0,08 mm per il terminale.
Gli ami utilizzati sono normalmente di misura 20, 18 o 16, e come esca uno o più bigattini.
Vi sono diversi tipi e lunghezze di canne fisse, da 0,5 a 12 m, a seconda del tipo e della taglia del pesce che si vuole insidiare.
GENERE DI PESCI PESCATI
Con l'impiego di un'accurata pastura si possono catturare vari tipi di pesce, d'acqua dolce e salata, come per esempio alborelle anguille, carpe, scardole, gardons, persici sole, persici reali, cavedani, barbi, trote, spigole, cefali, occhiate e boghe.
mercoledì 1 agosto 2012
TROTA DELL'ATLANTE
HABITAT
Molti credono che sia presente in Italia perché la "trota macrostigma italiana" meglio detta trota sarda è molto simile a questa specie ed è stata a lungo confusa con essala quale è diffusa nei torrenti del massiccio montuoso dell'Africa occidentale settentrionale. L’ambiente tipico è costituito da corsi d'acqua collinari a portata irregolare, caratterizzati dalla presenza di buche e piane, intervallate da rapide e correnti, e fondali con tratti ghiaiosi, pietre e grandi massi. In Africa settentrionale la temperatura dell'acqua è favorevole alla sopravvivenza dei salmonidi solo a quote elevate oppure in corsi d'acqua collinari ombreggiati da vegetazione, capaci di prevenire riscaldamento ed evaporazione. Questo ambiente estremo costituisce la zona più meridionale della diffusione originaria del genere Salmo, e probabilmente le specie presenti rappresentano il relitto di una o più popolazioni, diffuse in corsi d'acqua del bacino del Mediterraneo durante le epoche glaciali.
DESCRIZIONE
Corpo affusolato, a sezione ovale compressa in senso laterale. Testa tozza, con muso relativamente corto. Bordo posteriore del mascellare superiore esteso fino alla corrispondenza con quello dell'occhio o poco oltre. Denti piccoli, robusti ed acuminati. Squame cicloidi di piccole dimensioni. Rispetto alla trota sarda, la livrea della trota dell'Atlante può essere priva di “macchie parr” in età matura. Sul preopercolo la macchia circolare nera appare molto più piccola e la punteggiatura rossa è sempre presente. Il colore di fondo è grigio, bruno o bruno verdastro nella zona dorsale, mentre i fianchi sono più chiari e la porzione ventrale è giallastra o bianca. Oltre alle fitte macchiette rossastre che la distinguono dalla trota sarda, la macrostigma presenta sui fianchi numerose macchioline nere, spesso quasi sovrapposte a quelle precedenti, quasi a formare una sorta di marezzatura.
Molti credono che sia presente in Italia perché la "trota macrostigma italiana" meglio detta trota sarda è molto simile a questa specie ed è stata a lungo confusa con essala quale è diffusa nei torrenti del massiccio montuoso dell'Africa occidentale settentrionale. L’ambiente tipico è costituito da corsi d'acqua collinari a portata irregolare, caratterizzati dalla presenza di buche e piane, intervallate da rapide e correnti, e fondali con tratti ghiaiosi, pietre e grandi massi. In Africa settentrionale la temperatura dell'acqua è favorevole alla sopravvivenza dei salmonidi solo a quote elevate oppure in corsi d'acqua collinari ombreggiati da vegetazione, capaci di prevenire riscaldamento ed evaporazione. Questo ambiente estremo costituisce la zona più meridionale della diffusione originaria del genere Salmo, e probabilmente le specie presenti rappresentano il relitto di una o più popolazioni, diffuse in corsi d'acqua del bacino del Mediterraneo durante le epoche glaciali.
DESCRIZIONE
Corpo affusolato, a sezione ovale compressa in senso laterale. Testa tozza, con muso relativamente corto. Bordo posteriore del mascellare superiore esteso fino alla corrispondenza con quello dell'occhio o poco oltre. Denti piccoli, robusti ed acuminati. Squame cicloidi di piccole dimensioni. Rispetto alla trota sarda, la livrea della trota dell'Atlante può essere priva di “macchie parr” in età matura. Sul preopercolo la macchia circolare nera appare molto più piccola e la punteggiatura rossa è sempre presente. Il colore di fondo è grigio, bruno o bruno verdastro nella zona dorsale, mentre i fianchi sono più chiari e la porzione ventrale è giallastra o bianca. Oltre alle fitte macchiette rossastre che la distinguono dalla trota sarda, la macrostigma presenta sui fianchi numerose macchioline nere, spesso quasi sovrapposte a quelle precedenti, quasi a formare una sorta di marezzatura.
TROTA SARDA O TROTA MACROSTIGMA
DESCRIZIONE
Appare molto simile alla trota fario, le principali differenze sono:
-Macchie ovali scure sui fianchi, piuttosto indistinte, simili a quelle che altri salmonidi presentano nelle fasi giovanili
-Assenza di macchie rosse sui fianchi
-Vistosa macchia scura sull'opercolo branchiale.
Raggiunge, inoltre, dimensioni minori della congenere fario (in genereminore di 2-3 kg).
HABITAT
La specie vive in corsi d'acqua a carattere torrentizio e caratterizzati dall'irregolarità della portata idrica, con fondo sassoso o ghiaioso e ricchi di anfratti e nascondigli. La specie può, come adattamento alle caratteristiche del clima mediterraneo, tollerare condizioni di relativamente alta temperatura e scarsità di ossigenazione dell'acqua che sarebbero letali per le altre specie di trota. La probabile distribuzione originaria comprendeva l'intero versante tirrenico. In seguito a ripopolamenti effettuati con trote fario la sua presenza sul territorio nazionale ha subito una contrazione ed è ormai possibile trovarla solo in alcuni torrenti della Sicilia sud orientale e dell'Italia centro meridionale. Sono in atto dei tentativi di reintroduzione in Toscana e in Sardegna.
PESCA
La pesca commerciale è praticamente inesistente. Questa specie è molto apprezzata dai pescatori sportivi, che ne apprezzano la difficoltà di cattura. Viene insidiata sia con esche naturali, sia con esche artificiali. Particolarmente impiegate sono le discipline "al tocco" ed a mosca.
Appare molto simile alla trota fario, le principali differenze sono:
-Macchie ovali scure sui fianchi, piuttosto indistinte, simili a quelle che altri salmonidi presentano nelle fasi giovanili
-Assenza di macchie rosse sui fianchi
-Vistosa macchia scura sull'opercolo branchiale.
Raggiunge, inoltre, dimensioni minori della congenere fario (in genereminore di 2-3 kg).
HABITAT
La specie vive in corsi d'acqua a carattere torrentizio e caratterizzati dall'irregolarità della portata idrica, con fondo sassoso o ghiaioso e ricchi di anfratti e nascondigli. La specie può, come adattamento alle caratteristiche del clima mediterraneo, tollerare condizioni di relativamente alta temperatura e scarsità di ossigenazione dell'acqua che sarebbero letali per le altre specie di trota. La probabile distribuzione originaria comprendeva l'intero versante tirrenico. In seguito a ripopolamenti effettuati con trote fario la sua presenza sul territorio nazionale ha subito una contrazione ed è ormai possibile trovarla solo in alcuni torrenti della Sicilia sud orientale e dell'Italia centro meridionale. Sono in atto dei tentativi di reintroduzione in Toscana e in Sardegna.
PESCA
La pesca commerciale è praticamente inesistente. Questa specie è molto apprezzata dai pescatori sportivi, che ne apprezzano la difficoltà di cattura. Viene insidiata sia con esche naturali, sia con esche artificiali. Particolarmente impiegate sono le discipline "al tocco" ed a mosca.
TROTA MARMORATA
HABITAT
La trota marmorata è caratteristica ed esclusiva dei bacini fluviali adriatici subalpini italiani e sloveni. Il suo areale è infatti limitato ai corsi d'acqua che sfociano nel mare Adriatico e drenano il versante meridionale delle Alpi.
DESCRIZIONE
Questo pesce può raggiungere dimensioni ragguardevoli: l'esemplare più grande mai catturato pesava poco meno di 25 kg. La livrea della trota marmorata è caratterizzata da un'alternanza di macchie chiare e scure, irregolari e spesso fuse tra loro, che formano un disegno definito "marmorizzatura", da cui deriva il nome comune dell'animale. Essa risulta comunque fortemente influenzata sia dall'ambiente in cui vivono gli animali presi in considerazione sia dal periodo dell'anno. Si osservano infatti esemplari con striature di un grigio chiarissimo quasi bianco e altri di un marrone scuro quasi nero. Ogni fiume pare conservare un ceppo con caratteristiche morfologiche e di livrea leggermente diverse.
PESCA
La buona riuscita della battuta di pesca alla marmorata dipende in gran parte dalla quiete del posto. E’ dunque necessario pescare in totale silenzio, utilizzando un pesciolino facendolo ruotare su se stesso in corrente recuperandolo a strappi per indurre la trota ad attaccare.
TROTA MARMORATA |
DESCRIZIONE
Questo pesce può raggiungere dimensioni ragguardevoli: l'esemplare più grande mai catturato pesava poco meno di 25 kg. La livrea della trota marmorata è caratterizzata da un'alternanza di macchie chiare e scure, irregolari e spesso fuse tra loro, che formano un disegno definito "marmorizzatura", da cui deriva il nome comune dell'animale. Essa risulta comunque fortemente influenzata sia dall'ambiente in cui vivono gli animali presi in considerazione sia dal periodo dell'anno. Si osservano infatti esemplari con striature di un grigio chiarissimo quasi bianco e altri di un marrone scuro quasi nero. Ogni fiume pare conservare un ceppo con caratteristiche morfologiche e di livrea leggermente diverse.
PESCA
La buona riuscita della battuta di pesca alla marmorata dipende in gran parte dalla quiete del posto. E’ dunque necessario pescare in totale silenzio, utilizzando un pesciolino facendolo ruotare su se stesso in corrente recuperandolo a strappi per indurre la trota ad attaccare.
TROTA IRIDEA
TROTA IRIDEA |
L'areale di questa specie comprende la costa pacifica di tutto il continente nordamericano, espandendosi lungo lo stretto di Bering, talvolta fino alle coste siberiane, giapponesi e cinesi. La riproduzione però avviene solo nei fiumi americani.
Nei decenni passati questa specie è stata introdotta in quasi tutti i corsi d'acqua europei.
In Italia le prime introduzioni avvennero nei laghi del Friuli-Venezia Giulia ma oggi questa specie è stata immessa in quasi tutti i corsi d'acqua.
Abita acque correnti e lacustri riccamente ossigenate e con fondale ghiaioso. Sopporta meglio delle altre trote sbalzi di temperatura e scarso ossigeno, per questo (e per i minori costi) è spesso utilizzata per popolare cave e stagni per la pesca sportiva.
DESCRIZIONE
Il corpo è allungato, con profilo ventrale e dorsale poco convessi. Piuttosto compressa ai fianchi, la trota iridea presenta una testa piuttosto smussata, con mascelle provviste di forti denti.
La livrea è molto variabile a seconda del luogo di provenienza dell'esemplare.
Solitamente il dorso varia dal grigio-verde al bruno scuro, chiazzato di nero, i fianchi sono solcati da una linea iridescente orizzontale colore argento e con sfumature che possono variare dal verde/azzurro al rosa mentre il ventre è biancastro. Le pinne sono bruno-verdi chiazzate di nero.
Nel periodo riproduttivo la colorazione del maschio si fa più scura.
PESCA
La trota iridea è una preda ambita dai pescatori, sportivi e non, ed è commercializzata poiché considerata di qualità.
Viene allevata sia per la vendita al settore alimentare, sia per l'introduzione in laghi artificiali e naturali.
ALLEVAMENTO
In Italia la trota iridea è il pesce maggiormente impiegato in acquacoltura, adattandosi meglio di altre specie di trota all'allevamento semi-intensivo o intensivo e avendo una buona capacità di accrescimento. In Italia ne è regolamentata l'immissione in acque pubbliche, in quanto ritenuta dannosa per altre specie di trota autoctone perché possibile portatrice di malattie .
In realtà, di norma, le trote iridee provenienti da allevamenti non sono in grado di riprodursi in un ambiente esterno.
TROTA FARIO
HABITAT
La trota fario è diffusa in Italia e in molti corsi d'acqua di quasi tutta Europa, in Italia la trota fario rappresenta la trota autoctona della regione settentrionale. In seguito a ripopolamenti ,al giorno d'oggi la si può trovare dovunque. Abita in acque veloci e torrentizie, fredde, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna o alta collina. Nei torrenti vive solitamente sotto le cascate ed i piccoli salti in caccia di prede, e questo avviene nei mesi.
DESCRIZIONE
Il corpo della trota fario è allungato, compresso ai fianchi, provvisto di pinne e di testa robusta, quest'ultima acuminata verso la mascella, dotata di forti denti.
La livrea è estremamente variabile per mimetizzarsi con l'ambiente circostante: il dorso va dal bruno al grigio argenteo, i fianchi sono grigio-giallastri, il ventre tende al bianco-giallo chiaro. Tipiche sono le chiazze rotonde nere sul dorso e soprattutto quelle rosso vivo (o brune) sui fianchi, disposte ordinatamente in senso orizzontale. La lunghezza media varia solitamente nei corsi d'acqua in cui vive. Nei piccoli rii montani non supera mai i 30 cm di lunghezza e i 3 hg di peso, nei torrenti più grossi e nei fondovalle degli stessi e nei laghi, ove c'è più ricchezza di ittiofauna, alcuni esemplari possono raggiungere pesi ragguardevoli pari anche a 5-7 kg.
PESCA
Viene catturata soprattutto da pescatori sportivi con la tecnica della pesca al tocco, della pesca a mosca e della pesca a spinning. Le carni sono assai apprezzate, senza dubbio le migliori tra quelle dei pesci d'acqua dolce italiani. È una preda apprezzata, inoltre, per la sua sospettosità e scaltrezza, che richiedono un'attenzione massima sia nell'azione di pesca che nell'avvicinamento al luogo dove la pesca verrà effettuata. Oltre alla pesca con gli artificiali la trota fario si pesca soprattutto con le esche naturali. La trota è un predatore, di conseguenza si cattura con le camole del miele, della farina, della tipula, con il verme di terra, il verme di acqua dolce e in particolar modo con il pesce morto o vivo di acqua dolce e anche di mare, che non deve superare i 5 cm di lunghezza in modo che possa essere innescato sull'amo più facilmente.
TROTA FARIO |
DESCRIZIONE
Il corpo della trota fario è allungato, compresso ai fianchi, provvisto di pinne e di testa robusta, quest'ultima acuminata verso la mascella, dotata di forti denti.
La livrea è estremamente variabile per mimetizzarsi con l'ambiente circostante: il dorso va dal bruno al grigio argenteo, i fianchi sono grigio-giallastri, il ventre tende al bianco-giallo chiaro. Tipiche sono le chiazze rotonde nere sul dorso e soprattutto quelle rosso vivo (o brune) sui fianchi, disposte ordinatamente in senso orizzontale. La lunghezza media varia solitamente nei corsi d'acqua in cui vive. Nei piccoli rii montani non supera mai i 30 cm di lunghezza e i 3 hg di peso, nei torrenti più grossi e nei fondovalle degli stessi e nei laghi, ove c'è più ricchezza di ittiofauna, alcuni esemplari possono raggiungere pesi ragguardevoli pari anche a 5-7 kg.
PESCA
Viene catturata soprattutto da pescatori sportivi con la tecnica della pesca al tocco, della pesca a mosca e della pesca a spinning. Le carni sono assai apprezzate, senza dubbio le migliori tra quelle dei pesci d'acqua dolce italiani. È una preda apprezzata, inoltre, per la sua sospettosità e scaltrezza, che richiedono un'attenzione massima sia nell'azione di pesca che nell'avvicinamento al luogo dove la pesca verrà effettuata. Oltre alla pesca con gli artificiali la trota fario si pesca soprattutto con le esche naturali. La trota è un predatore, di conseguenza si cattura con le camole del miele, della farina, della tipula, con il verme di terra, il verme di acqua dolce e in particolar modo con il pesce morto o vivo di acqua dolce e anche di mare, che non deve superare i 5 cm di lunghezza in modo che possa essere innescato sull'amo più facilmente.
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